Spumanti batte il termine Bollicine |
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06/08/2008 - Spumanti batte il termine Bollicine
Il Sondaggio realizzato tra i maggiori giornalisti e opinion leaders del "Wine e food" italiano ha determinato il successo dei vini Spumanti su Bollicine come termine riconosciuto per i vini italiani che "producono la spuma". L'indagine, richiesta dal Forum Spumanti d'Italia da diversi giornalisti stranieri e diversi importatori di molti paesi, ha portato alla luce di chi scrive, diventando un supporto di chiarezza al lavoro più economico-statistico svolto dall'Osservatorio Nazionale Economico a uno dei siti di comunicazione sul mondo del Vino più cliccati Winenews.it Dal questionario è emerso che "bollicine" è un termine troppo glamour, e quindi si è preferito ritornare al tradizionale promuovendo a pieni voti il termine "spumanti", auspicando che questi vini dalla terminologia "speciale" destinate all'Italia dall'Unione Europea rispettino le rigorose regole puntando l'attenzione sui vincoli qualitativi e territoriali. I territori trainanti sono Franciacorta, Conegliano e Valdobbiadene, il Trentino o Trento e l'Asti a sottolineare il valore aggiunto che ha la denominazione per ogni grande Vino. Il 53% dei 120 professionisti intervistati ha dichiarato che il termine "Spumante" è più efficace a livello comunicativo di quello di "bollicine"; nonostante che il termine "bollicine" sia in termini di marketing più accattivante, è altrettanto vero che il suo senso resta assimilabile a tutte le "bevande gasate". Una medesima percentuale di risposte (58%), a conferma di questa sensibilità verso il potenziale degli spumanti a Doc/Docg, rileva che, sia sul piano della qualità sia su quello dell'immagine, gli spumanti a denominazione si distinguono nettamente da quelli privi di questa caratteristica, anche se gli opinion leader segnalano una differenziazione più consistente specialmente dal punto di vista dell'immagine, data, evidentemente, dalla capacità delle aziende dotate di più risorse, maggiore professionalità e una politica commerciale più articolata. Apparentemente contraddittoria la convinzione degli intervistati (76%) che esistano spumanti che risultano migliori in assoluto; una risposta che, evidentemente, va letta considerando il rilevante peso specifico dei grandi marchi di casa nostra. Per il campione sondato, non ci sono dubbi: esistono spumanti che valgono perché vale la cantina che li produce. Un valore rimarcato ulteriormente dal fatto che gli opinion leader non hanno dubbi sul considerare i grandi territori degli spumanti ormai alla stregua dei luoghi dove nascono i vini tranquilli più importanti: il piacere di bere uno Spumante non finisce, insomma, con il finire della bottiglia, ma prosegue visitando vigneti e cantine per comprendere fino in fondo il loro spessore storico, sociale e culturale. "Quanto emerso, sottolinea Giampietro Comolli, conferma la bontà della strategia del Forum di voler portare avanti una normativa chiara nella designazione e presentazione dei vini, di puntare sul tradizionale logo-marchio merceologico internazionale riservato e non dei prodotti, di creare un sistema informativo e culturale per il consumatore, di non basarsi a priori classificazioni teoriche, di valorizzare le diversità territoriali e a denominazione,di puntare su un sistema produttivo governato da vincoli di qualità per il mercato interno – che ha certe esigenze – e il mercato mondiale che ha tutt'altre e globali necessità anche di difesa dei prodotti made in Italy e principalmente quelli di successo ". |
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