“Il Vino prosecco
è ora patrimonio solo del territorio del Nord Est,
tutelabile a livello mondiale perché prende il nome dalla località
omonima vicino a Trieste dalla quale il vitigno ha preso le strade del
trevigiano, per iniziare da lì la scalata ad un successo
inarrestabile”. Un euforico Franco Manzato, vicepresidente della Giunta
veneta, ha salutato con queste parole il decreto ministeriale che
sancisce il nuovo disciplinare di questo
Vino straordinario, che con le
due DOCG e la nuova DOC interregionale veneto – friulana diventa la più
vasta e importante Denominazione Italiana, il cui nome e provenienza
sono già conosciuti nei cinque continenti. “Questa operazione – ha
aggiunto Manzato – riconosce e valorizza il territorio che ha reso
famoso il
prosecco
con le nuove DOCG “
Conegliano Valdobbiadene” e
“
Asolo” o “Colli Asolani” e la possibilità di riportare in etichetta il
termine geografico “
prosecco
Treviso DOC” per le uve e per i vini
elaborati in provincia di
Treviso”.
“Un grazie sentito al sistema
produttivo, al ministro Zaia e a quanti hanno lavorato per raggiungere
un risultato storico – ha detto ancora Manzato – e per quanto ci
riguarda le strutture regionali del Veneto, in contatto e sintonia con
quelle del Friuli
Venezia Giulia, sono già pronte ad operare per
permettere di dispiegare tutti gli effetti di questo percorso sin dalla
prossima vendemmia. Dobbiamo infatti mettere a punto in tempi
brevissimi Albi ed Elenchi di quella che è oggi la prima DOC nazionale
per estensione: occorrerà classificare e gestire miliaia di ettari e
migliaia di produttori, ma siamo certi di portare a termine questo
compito nel minor tempo possibile, senza alcun onere per i produttori,
ai quali chiediamo sin d’ora la massima collaborazione”.
“Intendiamo
accompagnare le nuove DOCG e la nuova DOC con nuove strategie di
promozione anche nell’ambito della OCM
Vino: abbiamo infatti a
disposizione una “rampa di lancio”, un biglietto da visita
dell’enologia del Nord est e nazionale, che va sfruttata al meglio per
l’effetto di trascinamento che può avere a favore di tutti i vini
italiani”. “Siamo inoltre a disposizione – ha concluso Manzato – per
cantierare rapidamente due strumenti, essenziali per assicurare un
futuro davvero importante a livello planetario al
Vino prosecco
: il
consorzio e il sistema dei controlli, a tutela e garanzia del prodotto
distribuito e consumato in tutto il mondo. Il risultato raggiunto è
infatti frutto di un modo di operare che ha visto in sintonia la
filiera produttiva, soprattutto trevigiana, e le istituzioni: questa
esperienza deve proseguire perché le due DOCG e la DOC, autonome nella
loro gestione, condividano strategie comuni. Il tavolo della filiera
trevigiana, d’intesa con la Regione, gli altri soggetti di
rappresentanza e tutti i produttori, dovrà diventare una vera e propria
cabina di regia per ottimizzare l’intera complessa macchina di
coordinamento relativa a questo prodotto eccellente e sempre più
ricercato, che sta superando la soglia del milione e mezzo di
ettolitri”.